LUIGI EDOARDO CAPPARUCCI - Da Soldato - pilota ad ufficiale pilota 

Nato a Colonia Raffaele (S. Fè – Rep. Argentina) il 13-03-1895

Residente in Montecassiano fino al 1967 - Deceduto in Ancona il 6-02-1980

 

 

                                                                                

 

 

Luigi Capparucci nacque in Argentina, ma fu presto portato in Italia, la Patria dei suoi genitori che, emigrati, tornavano a casa, a Montecassiano.

Siamo al I Conflitto Mondiale: all’entrata dell’Italia in guerra -24 maggio 1915-, Capparucci fu chiamato alle armi per mobilitazione il 1 giugno e fu assegnato all’84° Regg.to Fanteria, ma venne subito trasferito al 17° ed inviato al fronte, dove, divenuto Caporale il 30 settembre, assunse il grado di Caporal Maggiore il 15 ottobre 1916.

Il 28 febbraio 1917 fu trasferito dalla Fanteria a disposizione del Battaglione Scuole Aviatori, dove sarà aggregato alla 2° Compagnia, in forza al Battaglione Aviatori.

Il 5 maggio 1917 raggiunse il Campo Scuola di Foggia Sud, sul quale il 1 luglio conseguirà il brevetto di 1° grado su apparecchio Farman; poi il Campo di Foggia Nord per il 2° brevetto su Farman-Fiat 100; venne poi inviato a Busto Arsizio (Varese) per il passaggio sull’Aviatik.

Nominato pilota militare, e anche divenuto Sergente con la ferma di 3 anni – con decorrenza retroattiva dal 16 gennaio 1915-, Capparucci passerà in forza effettiva al Battaglione Aviatori il 18 novembre 1917; il 15 dicembre andrà alla Scuola di Tiro sul Campo di Furbara e il 1 febbraio 1918 tornerà in zona di guerra, a disposizione del Comando Supremo, in forza alla 78° Sqd. Aeroplani, dislocata sul campo di Istrana; il 16 febbraio è sul campo di Nove di Bassano e il 15 Marzo sul campo di S. Luca, sempre con la 78° Sqd. Caccia Nieuport-Hanriot, unita con altre a formare il XV Gruppo Aeroplani che, con il XIX, era a disposizione della 8° Armata.

Capparucci, benché all’epoca fosse soltanto Sergente, si distinguerà per le sue capacità aviatorie e dopo essersi fatto due ani di trincea –da fante- era approdato alla Caccia con la C maiuscola, quella dei migliori aeroplani dell’epoca. Gli SPAD, SVA, il Nieuport, l’HD1; l’attività da lui svolta è sintetizzata nella motivazione, che cita un episodio unico nel suo genere, quasi incredibile, della

MEDAGLIA D’ARGENTO AL VALOR MILITARE: 

“ PILOTA DI ALTO RENDIMENTO, DIEDE PROVA COSTANTE DI AUDACIA, DI ABILITA’ E DI ALTO SENTIMENTO DEL DOVERE.

IN NOVE MESI DI GUERRA AEREA SOSTENNE SEDICI COMBATTIMENTI RIPORTANDO QUATTRO VITTORIE.

NEL CORSO DELLA NOSTRA OFFENSIVA, COSTRETTO AD ATTERRARE, PER GUASTI AL MOTORE, IN UN CAMPO DI AVIAZIONE NEMICO, AFFRONTO’ RISOLUTAMENTE IL PERICOLO E IL DISAGIO DEL RITORNO AGGRAPPATO ALLA FUSOLIERA DI UN ALTRO APPARECCHIO PER NON ESSERE CATTURATO DALL’AVVERSARIO.” - Col di Guardia – Vezzosa – San Fior di Sopra – 13.6.1918-13.10.1918

 

“Cadere prigioniero senza far nulla per cercare di sottrarsi a questa sorte -tranne i casi di vera e propria impossibilità, di forza maggiore- era la più grave squalifica per un “uomo” che abdicava alla propria libertà  e insieme al proprio onore.

Magari “aggrapparsi” a qualche appiglio della fusoliera di un aeroplano “amico” e farsi sollevare e trasportare in volo facendo affidamento sulla resistenza dei propri muscoli per affrontare il rischio mortale; la spinta potente del soffio dell’elica, gli schiaffi delle raffiche di vento, gli sbalzi e sussulti in quota e al decollo, all’atterraggio… pur di restare liberi, di tornare al proprio reparto, di continuare a volare (e a combattere), mettendo come posta la stessa vita.

E quanta solidarietà, altruismo, abnegazione, sprezzo del pericolo, nel pilota amico che atterra a fianco del compagno, lo recupera e s’invola col suo carico prezioso…, e proprio da un aeroporto nemico!

In verità i sentimenti umani non hanno limiti: possono scorrere dalla totale carenza alla sublimità, quella che è fatta di generosità totale.”

 

Nell’immediato dopoguerra Capparucci è in forza al Raggruppamento Aviatori che nel 1923 diverrà il “Centro Aviazione da Caccia”.

 Il 1 Dicembre 1918 ancora in forza alla 78° Sqd. all’epoca trasferita sul campo di Fossa Lunga (Treviso), Capparucci fu  promosso Sergente Maggiore, poi Maresciallo il 1 Dicembre 1921, M.llo di 2° Classe il 16 ottobre 1923, e M.llo di 1° Classe il 3 marzo 1928.

Data importante fu il 5 Settembre 1922 quando Capparucci atterrò per la prima volta sull’Aeroporto di Loreto, provenendo da Aviano con uno SPAD XIII; dopo essere atterrato a Ravenna, decollò nuovamente e con un volo di 80’ a  500 mt. di quota atterrò sul Campo dell’Aspio (Ancona) il 3 Settembre; fatto rifornimento si trasferiva al campo di Loreto. Il 7 Settembre compiva un raid di 40’ a 700 mt. di quota da Loreto, nel cielo di Tolentino e ritorno, lanciando manifestini su Macerata.

 Capparucci era giunto a Loreto in occasione della cerimonia della “Benedizione degli apparecchi” in volo che lì si sarebbe svolta, instaurata il 12 settembre 1920 nell’ambito dei festeggiamenti per la proclamazione, da parte del papa Benedetto XV con decreto Pontificio del 24 Marzo, della Madonna di Loreto “Patrona degli Aeronauti”.

Nel Settembre del 1920 fu organizzata una gran festa aeronautica con Messa solenne nella Basilica e a mezzogiorno in punto avvenne la benedizione, dal sagrato della Basilica, a sei aeroplani che volando a bassa quota sulla piazza, si esibirono in qualche acrobazia e lanciarono fiori. Furono concordate cerimonie annuali e la creazione di un Istituto per gli Orfani degli Aviatori, il quale sarebbe rimasto operante fino al 1987, intitolato a Francesco Baracca.

L’8 Settembre 1922 la cerimonia a cui Capparucci prese parte come pilota esibendosi in volo, sarà particolarmente solenne e gli aerei decollarono dal Campo provvisorio detto di “Loreto” nella piana del fiume Musone; il Maresciallo sorvolerà la città di Loreto per 40’ insieme a molti altri apparecchi fino alla cerimonia della benedizione. Immediatamente dopo nel cielo del Campo di Loreto, Capparucci partecipa ad una gara d’acrobazia, come avrà modo di fare anche nelle ore e nei giorni successivi, fino alla data della partenza.

Ritornerà all’Aspio dal 24 al 27 settembre 1923 ancora con lo SPAD.

Nel 1924 il Maresciallo finora abilitato sui velivoli Aviatik, Maurice Farman 14, SAML, Nieuport 1, Hanriot-Dupont 1, SPAD VII e XIII, entra alla scuola di pilotaggio di Foggia Sud per il passaggio sul velivolo BR per poi tornare a novembre a Venaria alla 78° Sqd. del 1° Stormo Aeroplani da Caccia -13° Gruppo-. Nel 1925 ottiene l’abilitazione sui nuovi Caccia FIAT CR e CR 1; nell’anno successivo Capparucci viene trasferito alla 85° Sqd. la quale verrà munita nel 1927 del CR 20 su cui il maresciallo farà il passaggio.

Nel 1928 va alla Scuola di Osservazione Aerea per poi tornare alla 85° Sqd.; nel Gennaio 1931 vola sul Ro I e passa alla 25° Sqd. Aeroplani da Osservazione Aerea del 67° Gruppo del 21° Stormo; detta squadriglia aveva un distaccamento sul Campo di Loreto dove Capparucci tornava dopo nove anni, avendo così la possibilità di tornare a casa prendendo dimora a Macerata. A Loreto giunsero i Ba 15 e Ba 15 S con cui, insieme ai Ro I, Capparucci svolgerà la consueta attività di reparto: allenamenti, ricognizioni, navigazione, prove radio e armi in volo, uso delle fotomitragliatrici di lancio, raids fino ad Aviano, Gorizia, visite a Jesi ed esercitazioni con taluni reggimenti dell’esercito.

Arriva il 1934: l’Aeronautica aveva necessità di piloti, dunque d’istruttori e Capparucci che aveva una lunghissima esperienza di volo alle spalle, nonché presso le più variegate specialità, era idoneo per esperienza e per qualità personali a svolgere il compito di istruttore di pilotaggio.

L’organizzazione di supporto didattico-addestrativo si articolava per il volo in Scuola di Pilotaggio, Scuole della Reale Unione Nazionale Aeronautica (poi Aeroclub) e corsi preaeronautici.

A Loreto si svolsero, fino alla data del trasferimento a Jesi, i corsi della RUNA, la cui frequenza nonché superamento costituivano un diritto di prelazione nella scelta dei giovani per la partecipazione ai concorsi banditi dal Ministero dell’Aeronautica. Al momento della chiamata alle armi detti giovani erano “allievi” e completato il corso venivano nominati, in base al titolo di studio, Sottotenenti di Complemento o Sottufficiali non di Carriera, con diritto all’indennità di volo.

Nel 1934 Capparucci è dunque nominato Istruttore Professionale di Pilotaggio D.C. (a doppio comando), svolgendo questa attività fino al 1939. Nel frattempo alla Scuola di Loreto giunsero altri velivoli come il CA 100 e il R 22. Nel 1936 Capparucci consegue il passaggio sul velivolo Ro I Bis e sul Ba 25 impiegato nelle Scuole di Primo Periodo, avendo frequentato la Scuola Centrale di Pilotaggio di Grottaglie. Nel 1939 Capparucci, dopo aver lavorato per un anno Jesi dove era stata trasferita la 25° Sqd. O.A., viene inviato a Falconara come Istruttore di Pilotaggio di Primo Periodo a D.C. con il Ba 25 e poi con il FIAT A.S.I.

Nel 1931, dato il principio dell’“unità organica e professionale e specializzazione di impiego” e per l’opportunità di non affidare agli ufficiali naviganti compiti diversi dall’impiego del mezzo aereo, è istituito il “Ruolo Servizi”: qui hanno possibilità di accedere allievi dell’Accademia e Ufficiali giudicati non più idonei al pilotaggio nonché sottufficiali di carriera.

Capparucci, che così transitò nel Ruolo Servizi con il grado di Sottotenente, prese parte al secondo corso per questi, aspiranti alla nomina a Sottotenente del Ruolo Servizi in servizio permanente effettivo che si svolgerà nel 1940. Nella seconda metà del 1940, il Sottotenente, assegnato al Comando Aeroporto di Perugia fu istruttore di volo sui civili Ca 100, avendo ottenuto il brevetto di pilota civile di 3° Grado nel 1936, cessando l’attività quando sarà nominato Ufficiale. Poco dopo fu promosso Tenente: rimase con mansioni aeroportuali fino all’8 settembre 1943 nell’Aeroporto di Perugia dove lo colse l’armistizio; così finiva l’avventurosa vita aeronautica di Luigi Capparucci.

Promosso Capitano nella Riserva nel 1955, nel ’72, avendo partecipato con il Fronte Clandestino alla guerra di Liberazione sarà promosso Maggiore a “titolo onorifico”.

 Capparucci era insignito della medaglia commemorativa della Guerra 1915-18 con quattro campagne, della medaglia di Lunga Navigazione Militare Aeronautica e della Croce d’Oro per anzianità di servizio, della nomina a Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia e a Cavaliere di Vittorio Veneto oltre che della Medaglia d’Argento al V.M. che consacrava il suo valore di soldato e di pilota, audace e coraggioso nella prima Guerra Mondiale.

Capparucci trascorse il resto della sua vita in famiglia, prima a Montecassiano, poi ad Ancona dove decedette nel 1980.

 

Ricerca: Marika e Gianfranco Persichini

Fonte:Il volo, l’Aviazione, gli aviatori in Macerata e provincia – Gen. Marcello Pedretti, 1994

 

Torna alla pagina precedente